20/04/2017
Quando il viaggio è davvero tale, e lascia spalancati gli occhi e le porte dell’anima, sa alimentare dimensioni diverse in chi lo vive e in chi ne condivide il racconto. È un privilegio raro, perciò, quello di inquadrare i cieli, i tetti, le vite e i volti della Lucania di Carlo Levi nel suo Cristo si è fermato a Eboli attraverso lo sguardo di un artista venuto da lontano: Fabrice.
Moireau, artista francese, appartenente alla rara moderna corrente rigorosamente “neoimpressionista”. I suoi occhi, cresciuti sotto il riverbero di un sole d’argento tra le pianure di Orléans e le nubi atlantiche, hanno la perfetta predisposizione per tingere, con rinnovato vigore, le scene scabre e le luci della Basilicata ante guerra, in un mix sinergico fatto di arte e storia; compiendo un autentico capolavoro, su un cammino che lascerà a ogni luogo od episodio, a ogni singolo centro, il tempo di materializzarsi, facendosi parte di un panorama interiore.
Cristo si è fermato a Eboli per la prima volta illustrata, diventa, per questo, un’opera del tutto unica; preziosa tanto per chi della Basilicata ha solo immaginato le ambientazioni scenografiche nella lettura del “Cristo” diventandone parte e respirando l’anima popolare della terra lucana, quanto per chi ne ha conosciuto da dentro il carattere di un “mondo degli umili” con tradizioni sacre e riti pagani millenari, insieme a urgenze di modernità, quanto per coloro che, di questa terra “magica”, “eternamente paziente”, e dei suoi uomini dal “cuore d’argilla”, ricca come nessuna di paesaggi e inflessioni, conoscono soltanto il nome. In un dialogo serrato, in cui la poesia tenue dell’acquerello si confronta con parole di magica levità del racconto di Carlo Levi, le pagine dell’opera vogliono tracciare un ritratto dal fascino unico della Lucania leviana, che vale come invito al viaggio ed alla scoperta intima di un mondo antichissimo, di cui, a volte, lo stesso tempo si dimentica, ma che conserva da secoli la sua paziente ed umile identità, e a perdersi nel dedalo di esistenze e personaggi che fanno capolino a ogni pagina, tra spigoli di case e panorami mozzafiato, tra miserie e “naturali magie” a dispetto dell’umana ragione e della scienza.
A testimoniare quindi con l’efficacia delle immagini e dei testi evocativi i luoghi e gli eventi quotidiani dell’esperienza travolgente e straordinaria del “Cristo” di cui i due artisti, Carlo Levi e Fabrice Moireau, pur distanti nel tempo, nello spazio e nella storia, avranno registrato – rigorosamente dal vero – il battito del cuore, in un’opera di livello mondiale che farà della Basilicata la più intensa, poetica ed autentica delle impressioni.